bonus per celiaci

Dal 1° ottobre i 18.410 pazienti celiaci della Sicilia entrano in una nuova fase nella gestione dei buoni per celiaci per l’acquisto di alimenti senza glutine. 

Una riforma attesa da tempo che porta con sé cambiamenti significativi, nuove opportunità e anche alcune incertezze. 

La novità principale riguarda l’erogazione del credito mensile, che non sarà più distribuito in modalità cartacea, ma caricato direttamente sulla tessera sanitaria elettronica

Una svolta che permette di spendere l’importo in tutta la regione, e non soltanto nella provincia di residenza, ampliando così le possibilità di scelta e di acquisto.

Buoni per celiaci: una conquista di libertà, ma con scarsa comunicazione

Per l’Associazione italiana celiachia Sicilia (Aic), la riforma rappresenta “una conquista di libertà” che consente ai pazienti di vivere con maggiore serenità la quotidianità di una dieta rigorosamente gluten free, l’unica terapia possibile contro la celiachia. 

Anche le farmacie e i negozi specializzati, che fino ad ora avevano l’esclusiva sull’erogazione dei prodotti, parlano di “iniziativa di grande civiltà”. Tuttavia, non manca chi segnala un problema di comunicazione. Secondo Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo, infatti, molti celiaci non sono stati informati a sufficienza e non tutti hanno ancora ritirato il pin indispensabile per utilizzare il credito.

A Siracusa, per esempio, l’83% dei circa 1.700 pazienti celiaci ha già ottenuto il codice, e anche a Trapani i numeri sono simili. 

Le Asp hanno cercato di colmare i vuoti con comunicazioni via mail, social e persino tramite l’app IO, ma non ovunque l’informazione è arrivata con la stessa efficacia.

Prezzi alle stelle: il vero nodo della riforma

Al di là delle innovazioni tecniche, resta irrisolto il tema più critico: il prezzo dei prodotti senza glutine. Pane, pasta, farine e biscotti hanno costi molto più elevati rispetto alle versioni tradizionali. 

Secondo uno studio nazionale, il divario medio è del 72,9%. Gli spaghetti gluten free arrivano a costare oltre il doppio (+109%), i biscotti segnano un +41,6%, la pasta sfoglia +64,8%, fino a punte record come le fette biscottate, che raggiungono un rincaro del 257,3% rispetto alle equivalenti con glutine.

Un fenomeno che si spiega con più fattori: da un lato i processi produttivi complessi e le economie di scala ridotte, dall’altro una filiera distributiva che fa lievitare i prezzi. Il risultato è che seguire una dieta senza glutine, obbligatoria per i pazienti celiaci, rischia di trasformarsi in un lusso difficile da sostenere.

Bonus per celiaci: l’ingresso nella grande distribuzione

Una delle promesse più attese della riforma è la possibilità di utilizzare i buoni per celiaci anche nella grande distribuzione organizzata (GDO). L’obiettivo è quello di ridurre il divario dei prezzi, spingendo farmacie e negozi specializzati ad allinearsi alle politiche più competitive dei supermercati. 

Ma al momento l’apertura resta più teorica che pratica: nonostante mesi di promozione da parte delle Asp, solo un supermercato ha aderito alla piattaforma regionale CELIACHI@_R.

Secondo Paolo Baronello, presidente di Aic Sicilia, “sarà necessaria una politica al ribasso da parte dei negozianti, che dovranno adeguarsi ai supermercati”. I titolari dei negozi specializzati, però, resistono. 

Da un lato ribadiscono che i loro listini seguono prezzi ministeriali “non modificabili”, dall’altro sottolineano il valore aggiunto del servizio offerto. Consulenza, fidelizzazione e una gamma di prodotti molto più ampia rispetto a quella dei supermercati, spesso limitata ad articoli di base.

Le farmacie tra difesa e polemica

Farmacie e associazioni di categoria respingono le accuse di monopolio e speculazione. “Sarebbe sgradevole e non etico speculare sulla salute dei cittadini”, spiega ancora Tobia, ricordando che eventuali differenze di prezzo derivano non tanto da ricarichi eccessivi, quanto dalla qualità dei prodotti e dai servizi aggiuntivi. Allo stesso tempo, però, il nuovo sistema porta con sé anche alcune complicazioni tecniche.

Come spiega Piero Lazzara, titolare di un’azienda che gestisce servizi di fatturazione per farmacie e negozi, con la nuova piattaforma “si semplificheranno alcune procedure, come l’eliminazione della rimozione delle fustelle da ogni confezione, ma ci saranno rallentamenti alla cassa”. Infatti, solo i prodotti inseriti nel registro nazionale del ministero saranno erogabili a zero, mentre per tutti gli altri si dovrà ricorrere a una doppia cassa, con tempi di gestione più lunghi.

Tra speranze e timori

La riforma, dunque, segna un cambiamento importante ma non privo di ombre. Da un lato c’è l’entusiasmo per un sistema che garantisce più libertà di scelta e un utilizzo dei buoni più moderno e uniforme. Dall’altro persistono difficoltà concrete: informazione carente, piattaforme non ancora diffuse nella Gdo e soprattutto prezzi che continuano a gravare sui bilanci delle famiglie.

Per i pazienti, la sfida resta la stessa: riuscire a curarsi con l’unica terapia disponibile, una dieta rigorosamente priva di glutine, senza che questo significhi dover affrontare spese sproporzionate. In attesa che le promesse di una concorrenza più aperta e di prezzi più equi si traducano in realtà, il dibattito tra associazioni, farmacie, negozi e istituzioni è destinato a restare acceso.

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