La celiachia è una malattia infiammatoria cronica immuno-mediata che colpisce il piccolo intestino e si attiva in soggetti geneticamente predisposti a seguito dell’ingestione di glutine. Negli ultimi anni, il ruolo del microbiota intestinale nella patogenesi della celiachia ha attirato crescente attenzione da parte della comunità scientifica. Accanto ai fattori genetici e ambientali, il microbioma intestinale sembra giocare un ruolo fondamentale nell’innesco e nella perpetuazione della risposta infiammatoria tipica di questa malattia. La disbiosi, ossia l’alterazione dell’equilibrio microbico intestinale, è infatti associata sia all’insorgenza che al mantenimento della celiachia, aprendo nuove prospettive nella comprensione e nel trattamento di questa condizione.
Il ruolo del microbiota intestinale nella celiachia
Il microbiota intestinale umano è composto da miliardi di microrganismi, tra cui batteri benefici e potenzialmente patogeni, che contribuiscono alla salute dell’organismo ospite. Nelle persone affette da celiachia, si osserva una riduzione delle specie batteriche protettive, come i Bifidobacteria, e un aumento di batteri patogeni, tra cui i Gram-negativi. Questa alterazione sembra essere associata a un aumento della permeabilità intestinale, fenomeno che facilita il passaggio di peptidi del glutine attraverso l’epitelio intestinale, stimolando una risposta immunitaria abnorme.
Le tight junctions, strutture che mantengono la coesione delle cellule epiteliali intestinali, subiscono danni in seguito alla disbiosi. La rottura di queste barriere, favorita dai lipopolisaccaridi (LPS) di membrana dei batteri Gram-negativi, induce una risposta infiammatoria caratterizzata dalla produzione di citochine pro-infiammatorie. Questo processo non solo innesca la malattia, ma può perpetuarne i sintomi anche in pazienti che seguono una dieta priva di glutine.
Disbiosi e Gluten-Free Diet (GFD): una relazione complessa
L’adozione di una dieta senza glutine è la terapia standard per i pazienti celiaci, ma il suo impatto sui microbi intestinali è ancora oggetto di studio. Alcuni dati suggeriscono che, indipendentemente dalla GFD, i pazienti celiaci mostrano una riduzione di Bifidobacterium longum, una specie batterica con potenti proprietà antinfiammatorie, e un aumento di batteri patogeni, come Enterobacteriaceae e Bacteroides. La GFD stessa può alterare ulteriormente la composizione microbica intestinale, favorendo un depauperamento di batteri benefici e un’accentuazione della disbiosi.
Nonostante la maggior parte dei pazienti risponda bene alla GFD, alcuni continuano a manifestare sintomi gastrointestinali persistenti, come gonfiore, diarrea e dolore addominale. In questi casi, la disbiosi intestinale sembra giocare un ruolo chiave, peggiorando la permeabilità della flora intestinale e contribuendo a una risposta infiammatoria più severa. Inoltre, una disbiosi cronica può fungere da trigger per lo sviluppo di manifestazioni extraintestinali, come affaticamento cronico e disturbi del sistema nervoso.
L’intestinal microbiota nei soggetti a rischio e in neo-diagnosi
Gli studi condotti su bambini geneticamente predisposti alla celiachia, ma non ancora esposti al glutine, hanno evidenziato un microbiota intestinale alterato già prima della comparsa dei sintomi. Questi bambini mostrano una significativa riduzione del genere Bifidobacterium spp., con particolare carenza di Bifidobacterium longum, e un aumento di batteri potenzialmente patogeni come Staphylococcus spp. Questo suggerisce che la disbiosi intestinale potrebbe essere un fattore predisponente, in grado di influenzare lo sviluppo della tolleranza al glutine in combinazione con altri fattori ambientali, come l’allattamento al seno, le infezioni intestinali, l’uso di antibiotici e le modalità di parto.
Nei soggetti in neo-diagnosi di celiachia, si osserva una disbiosi significativa anche prima dell’introduzione della dieta senza glutine. Questo rafforza l’ipotesi che l’alterazione del microbiota sia più una causa che una conseguenza della malattia, e che il ripristino di un microbiota equilibrato potrebbe aiutare a prevenire l’insorgenza della celiachia in soggetti predisposti.
Prospettive terapeutiche: il ruolo dei probiotici
Alla luce delle evidenze che collegano disbiosi intestinale e celiachia, una delle strategie terapeutiche emergenti è l’uso di probiotici. Ceppi di Bifidobacterium longum e di altri batteri benefici potrebbero essere utilizzati per ripristinare l’equilibrio microbico e rafforzare la funzione di barriera intestinale. Diversi studi stanno esplorando l’efficacia dei probiotici nel ridurre i sintomi intestinali persistenti nei pazienti celiaci, così come il loro potenziale ruolo nella prevenzione della malattia nei soggetti a rischio.
I probiotici potrebbero agire non solo migliorando la salute intestinale, ma anche modulando la risposta immunitaria, riducendo l’infiammazione LPS-mediata e contribuendo al miglioramento del benessere generale dei pazienti celiaci.
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Il microbiota intestinale gioca un ruolo cruciale nella patogenesi della celiachia, influenzando sia l’insorgenza che il mantenimento della malattia. Sebbene rimanga ancora da chiarire se la disbiosi sia una causa primaria o una conseguenza della celiachia, è evidente che l’equilibrio microbico intestinale è fondamentale per la salute del paziente. Le future ricerche sul ruolo dei probiotici e sulle strategie per modulare il microbiota potrebbero aprire nuove prospettive terapeutiche per la gestione della celiachia e dei suoi sintomi, contribuendo a migliorare la qualità della vita dei pazienti. Per saperne di più visita il nostro sito AINC!